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03/08/2025 - PLEXUS INTERNATIONAL BLACK BOX LANCIA UN INVITO APERTO IN ORDER TO SURVIVE PER NON LASCIARE MORIRE LA MEMORIA STORICA DELLA L.I.A.C.A.(Lega Italiana Associazioni Culturali Alternative), 1976-1980,

PLEXUS INTERNATIONAL BLACK BOX ARCHIVES CALL IN ORDER TO SURVIVE THE MEMORY OF THE L.I.A.C.A. (LEGA ITALIANA ASSOCIAZIONI CULTURALI ALTERNATIVE), ROMA 1976

 

PLEXUS INTERNATIONAL BLACK BOX LANCIA UN INVITO APERTO IN ORDER TO SURVIVE  PER NON LASCIARE MORIRE LA MEMORIA STORICA DELLA L.I.A.C.A.(Lega Italiana Associazioni Culturali Alternative), 1976-1980, per continuare a documentare con vostre foto e testi il valore storico ancora più attuale oggi della LIACA, nella continuazione dell'art journey della Plexus International Black Box, Plexus International Archives, Sorano, Maremma Toscana.

 

Nel marzo 1976 a Roma i circoli privati e i centri polivalenti di spettacolo, nonché i ristoranti macrobiotici gestiti in forma associativa, erano sotto il tiro di alcuni articoli di legge del famigerato Testo Unico di P.S. Difatti, la polizia chiuse a Napoli numerosi centri di sperimentazione teatrale e alcuni cineclub colpevoli di varie contravvenzioni e norme del suddetto T.U. In seguito a questi episodi vi fu una prima mobilitazione dei circoli e si costituì un comitato in difesa della libera attività delle associazioni culturali (anche perché alcuni segnali facevano temere anche per Roma una offensiva di tal genere). La denuncia di questo stato di cose si ebbe innanzitto al Filmstudio (9 marzo), dove nel corso di una conferenza stampa si sottoscrisse un documento che svelava la strategia dell’operazione repressiva: impedire il rafforzamento di un circuito di cultura alternativa e scoraggiare dalla loro attività le organizzazioni autonome che operano in antitesi politica e economica all’ideologia ed alla struttura commerciale dominante. Ma occorreva un organismo che coordinasse l’attività di tutto l’associanismo culturale alternativo, che rappresentasse un collegamento organico permanente tra tutte  le associazioni private. Gia nel successivo Convegno Nazionale dei Club (22 Marzo,a  Mentana) si andava delineando la costituzione di questo organismo, ma solo alla fine di maggio si riuscì a precisarne la fisionomia giuridica. Nacque difatti come Lega Italiana dell’Associazionismo Culturale Alternativo (da cui la sigla L.I.A.C.A.) e come primo atto dimostrativo, indisse per domenica 30 maggio una giornata di protesta di tutti i circoli culturali aderenti. In quella giornata rimasero difatti tutti chiusi, e svolsero le loro attività in piazza S. Maria in Trastevere, dove si ebbe un vero e proprio “happening”, con spettacoli ed espressioni di solidarietà da parte di varie personalità del mondo culturale romano.

Al periodo della costituzione della Lega, è succeduto un periodo di calma, ma bisogna pur considerare che si avvicinava la normale tregua estiva. Comunque la LIACA si tiene  pronta per un eventuale attacco repressivo tendente a limitare il diritto d’espressione derivante  dall’articolo 18 della Costituzione e nel diritto di associarsi liberamente senza autorizzazioni che non sono vietati ai singoli della legge penali.

(da Altro Cinema, Anno I, n. 5-6 Luglio – Settembre 1976. periodico d’informazione dell’aiace)

 


Nell'autunno del 1978, a Roma, Giovanna Ducrot, Sandro Dernini, Massimo Vincenti e altri membri della LIACA misero in scena una provocatoria asta di schiavi culturali, presso lo spazio performativo Il Cielo di Romano Rocchi, a Trastevere. Maurizio Millenotti, Rossella Manfredi, Flavio Merkel, Paola Muzzi e forse anche Cristina Torelli, si vendettero come schiavi per 24 ore in un'asta di mercato aperta al pubblico. Fu un'azione radicale per attirare l'attenzione sull'azione repressiva della polizia contro la libertà di associazione ed espressione in Italia in quel repressivo periodo storico-politico.